Io sono innamorato di tutte le signore
che mangiano le paste nelle confetterie.
Signore e signorine -
le dita senza guanto -
scelgon la pasta. Quanto
ritornano bambine!
Perché nïun le veda,
volgon le spalle, in fretta,
sollevan la veletta,
divorano la preda.
C'è quella che s'informa
pensosa della scelta;
quella che toglie svelta,
né cura tinta e forma.
L'una, pur mentre inghiotte,
già pensa al dopo, al poi;
e domina i vassoi
con le pupille ghiotte.
Un'altra, con bell'arte,
sugge la punta estrema:
invano! ché la crema
esce dall'altra parte!
Fra questi aromi acuti,
strani, commisti troppo
di cedro, di sciroppo,
di creme, di velluti,
di essenze parigine,
di mammole, di chiome:
oh! le signore come
ritornano bambine!
Perché non m'è concesso -
o legge inopportuna! -
il farmivi da presso,
baciarvi ad una ad una,
o belle bocche intatte
di giovani signore,
baciarvi nel sapore
di crema e cioccolatte?
Io sono innamorato di tutte le signore
che mangiano le paste nelle confetterie.
da Le golose di Guido Gozzano (poesia pubblicata per la prima volta con il titolo Le signore che mangiano le paste su La Gazzetta del Popolo della Domenica del 28 luglio 1907)
Fin de souper, 1913 - Jules Alexandre Grün
La Pâtisserie Gioppe, 1889 - Jean Béraud
Tables for Ladies, 1930 - Edward Hopper
The Buffet, 1884 - Jean-Louis Forain
Holiday, 1876 - James Tissot
The Garden Party, 1854–1903 - Carl Schweninger, Jr